Cantina del Bonsignore




La Storia
Brisighella terra di castelli, terra di fede e magia, storia e folclore. Terra generosa e Madre di frutti pregiati e preziosi mestieri. Brisighella Spettatrice di vicende; terra Natale di illustri personaggi. Brisighella strattonata da passioni, guerre e tradimenti. Brisighella... Compagna di scoperte, vocazione e buona Tavola. Brisighella testimone di una stana storia di"recupero"; non di cose, ma di persone. Anno Domini 1630, periodo in cui la peste rese ogni tempo e ogni luogo più buio. Il nostro piccolissimo Borgo non venne risparmiato dal morbo. Era il tempo in cui, gli uomini che venivano chiamati "di Dio", potevano wesserlo oppure no. La fortunata terra di Brisighella fu benedetta dalla presenza di un benefattore divenuto Monsignore per vocazione. Egli mosso da carità, diede a disposizione del popolo le cantine che state ammirando, per curare e aiutare tutti i malati di peste del paese o comunque, tutti quelli che potevano entrarvi. Il Monsignore venne lodato per questo nobile gesto e fu acclamato "Bonsignore". La peste passò e tutto riprese; solo le cantine vennero chiuse e col tempo dimenticate, utilizzate come magazzino, essicatoio, deposito di tante cose dimenticate, come obliato fu il nobile utilizzo che ne venne fatto nel terribile momento del bisogno. Solo alla fine del XX secolo, un uomo, Aldo Vignoli, volle sognare e puntare ad un nuovo momento di splendore quando si imbattè in queste cantine, e ripulendole sentì vibrare la voglia di queste pietre di poter essere ancora rifugio e conforto pr gli uomini, anche se in maniera diversa e in un mondo ormai cambiato. Nel 1993 Aldo volle scommetere su queste stanze piene di memoria e che di storia ne avevano ancora da vivere e da scrivere: venne quindi aperto per la prima volta il portone della "Cantina del Bonsignore"in onore del benefattore delle genti brisighellesi. Chi ora vi entrava lo faceva per gustare prelibatezze, sorseggiare buon vino e assaggiare i prodotti di una cosi generosa terra quale la nostra. Seguirono le orme di Aldo due Giovanotti poco più che ventenni da poco si era entrati nel XXI secolo. Oggi, Il Buon Matteo, segue i sogni e i progetti che erano stati del suo predecessore, poi del suo compagno di avventure, la cui strada a proseguito verso altri orizzonti. Le stanze che vi ospitano, con il vecchio camino, i sassi di fiume e le pietre rosse fatte a mano in antiche fornaci, continuano a "RECUPERARE" le persone: qui potete alleggerire la fame e gustare prodotti tipici e non, materie prime ricercate, tradizione e rivisitazione. Un buon calice di vino può scaldarti il cuore, alleggerire l'animo e riempire la bocca d'amore. L'olio, indiscusso sovrano della terra di Brisighella, arricchisce ogni nostra proposta. La Tradizione vive qui, tra queste mura e nelle persone che vi dedicano tempo, conoscenza, esperienza. Potete fermarvi per un distensivo ristoro o sedervi per un pasto fugace. L'importante per noi è che, usciti da qui, vi sentiate bene: soddisfatti, rilassati e piacevolmente "recuperati", nel fisico e nella mente... per quanto riguarda l'anima .. Ehi... ci stiamo lavorando.Marie Clothilde


















